Shiva, la potenza divina
Shiva (devanagari: शिव, Śiva) è una divinità maschile post vedica, una delle più venerate nella mitologia induista.
Śiva è considerato il Signore di tutti gli esseri e per questa ragione nel 13esimo capitolo (Anushasana Parva) del Mahabharata si trova un elenco dei suoi attributi e appellativi che ne comprende 1008! Fra cui Pashupati "signore del bestiame", il grande Signore Maheshvara, il supremo tra i Deva (Mahadeva) e il consorte di Uma Devi (Umapati); il magnanimo (Shambhu); il propizio (Shankara) e il terrifico Bhairava; l’uccisore del demone Taraka. Siva è altresì l’eterno (Sadashiva); Colui che accoglie la Dea Ganga tra le sue chiome (Gangadhara).
Ciascuno di questi epiteti di Shiva è associato a un mito, a una iconografia e a un insegnamento specifici.
Shiva costituisce la Trimurti insieme a Brahma e Vishnu, triade divina che rappresenta il ciclo di creazione evoluzione e distruzione nel quale a Brahma è associato il potere creativo, a Vishnu la qualità di sostenere e proteggere, e a Shiva la dissoluzione e trasformazione. La “distruzione” rappresenta l'evoluzione, una trasformazione positiva, che rigenera la vita, offrendo gioia e beatitudine al mondo e a tutti gli esseri viventi. Siva è infatti il Signore dell’immortalità, Colui che sconfigge la morte.
Siva è signore del tempo con l'appellativo di Nataraja: la divinità danza sul tempo e danza il tempo, danzatore cosmico che presiede all'incessante dinamica creazione-annientamento-rigenerazione. Nataraja danza nel cuore di ogni essere la danza ananda-tandava: è beatitudine che dona balsamo alla sofferenza della vita e libera i devoti dal ciclo delle rinascite, facilita la fluida transizione di cose ed eventi da uno stadio all’altro.
Shiva è venerato anche come divino asceta, assorto in meditazione profonda tra le vette Himalayane. La sua capacità di rimanere assorto in meditazione, mezzo per trovare la felicità perfetta, e non lasciarsi attrarre da ogni forma di indulgenza e piacere, lo rendono un modello per i praticanti e per gli asceti, patrono di yogi e bramini nonché protettore dei Veda e dei testi sacri.
Shiva è il supremo adepto dello Yoga, archetipo di dominio totale dei sensi, modello per tutti gli asceti itineranti.
La sua consorte divina è Parvati, anche conosciuta come Uma, Gauri, Durga che rappresenta la sua energia vitale e con la quale ha concepito due figli: Skanda e Ganesha.
La storia del culto di Shiva
Diverse leggende raccontano le origini di Siva. Una delle più note racconta che Brahma e Vishnu fossero in gara per chi fosse il più forte, ma improvvisamente apparve una colonna ardente i cui rami e radici toccarono le estremità del cielo e della terra. Brahma si trasformò in un’oca e volò fino all’estremità superiore del pilastro e Vishnu si trasformò in un cinghiale per scavare un tunnel attraverso la terra e trovare le fondamenta ma nessuno dei due riuscì nel proprio intento. Tornati al punto di partenza videro manifestarsi Siva all'interno del pilastro e compresero che, insieme a loro, era un sovrano dell’universo.
Le origini di Shiva sono probabilmente molto remote, sembra già presente nella civiltà dell’Indo. Il termine Shiva compare nel Rigveda come appellativo propiziatorio di Rudra il dio delle tempeste, allo stesso tempo terrifico e pacifico, dispensatore della pioggia che nutre la terra e permette la crescita dei raccolti e la prosperità della comunità. In seguito l’appellativo venne a formare il nome Rudra-Shiva, acquistando un’identità propria il II secolo a.C.. Da allora in poi, Shiva fu adorato come divinità a sé.
Il culto di questa divinità è molto antico e risale alla Civiltà della Valle dell’Indo. Tra i reperti archeologici sono stati rinvenuti alcuni sigilli che riportano l’immagine di una divinità chiaramente riconducibile a Shiva Pashupati, oltre a delle pietre che lo rappresenterebbero in forma di linga.
Rappresentazione iconografica di Shiva
Shiva è solitamente raffigurato nella pittura e nella scultura come un bianco vibhuti dal collo blu (poiché tiene in gola il veleno emerso dallo sbattere dell’oceano cosmico), i suoi capelli disposti in una bobina di serrature intrecciate jata o jatamakuta simbolo di non attaccamento, indicano la condizione ascetica di Shiva; spesso i capelli sono adornati con la falce della mezzaluna (allusione al tempo di cui è sovrano), e da un rivolo d’acqua che rappresenta la dea Ganga (il Gange). La mitologia hindu narra che all'inizio dei tempi il Ganga era un fiume celeste che scorreva nel mondo delle divinità formando la via Lattea; la leggenda narra che per evitare che la forza e la violenza della acque purificatrici che cadevano sulla terra attraverso un foro distruggessero la terra il dio Shiva le fece passare per la sua riccia chioma e fu così che si crearono i tanti affluenti del fiume.
Shiva ha tre occhi, che simboleggiano il sole, la luna e il terzo occhio che si apre verticalmente al centro della fronte simboleggia il fuoco della distruzione, della saggezza e della conoscenza.
L'immagine si Shiva può essere adornata con due orecchini: a destra un ‘makara’ (creatura mitologica) e a sinistra ne indossa un altro di forma circolare forato al centro che rappresenta la consorte Devi, che si trasforma ogniqualvolta Shiva muta di aspetto.
Di solito è vestito di bianco, a volte con fianchi cinti da una pelle di tigre e con la pelle del demone Gajasura sulla spalla. Indossa il cordone sacro, e il suo corpo è ornato di serpenti, simbolo dell’attaccamento al mondo.
Indossa una ghirlanda di bacche rudrakshamala, o una ghirlanda di teschi che esprime l’aspetto terribile del dio, collegato anche, con la morte e la distruzione.
Nell'iconografia sacra Shiva è rappresentato con alcuni simboli importanti, tenuti saldamente nelle quattro o otto mani: il tridente trishula, il tamburello a foggia di clessidra (damaru), la conchiglia, il loto, la pelle di daino (o antilope mriga), il bastone o ascia sormontato da un teschio (parashu).
Il suo veicolo (vahana) è Nandi, il toro, simbolo di grande virilità, prosperità e devozione.
La Mahashivaratri è la celebrazione più importante per i devoti di Shiva.