Brahmā: creatore di tutti i mondi
Brahmā (devanagari: ब्रह्मा, Brahmā) è in sanscrito l'adattamento maschile del termine neutro Brahman e indica la divinità emanatrice dell'universo materiale.

Brahma emanò le acque primordiali e le fecondò: si rivelò dall’uovo cosmico d’oro ove risiedeva e dall'uovo ebbe origine l'universo. Dalla parte superiore del guscio ebbe origine il mondo celeste e da quella inferiore il mondo terreno. Si manifestarono così tutti gli elementi del cosmo.

Universo da cui ci si vuole liberare e per questa ragione a Brahmā non è riservato nessun particolare culto.


Questa assenza di culto viene spiegata mitologicamente nello Skanda Purāṇa (I, 1,1 6 e III 2, 9,15), con il fatto che egli abbia mentito nel sostenere di aver raggiunto la cima del luminoso linga, qui inteso come asse del mondo.

Una teoria religiosa sostiene che i quattro gruppi sociali (da cui ebbero luogo le caste), siano derivati dagli organi del corpo di Brahma: dalla sua testa i Brahmini (i sacerdoti, sacrificatori e conoscitori dei testi religiosi), dalle sue braccia gli Kshatria (i guerrieri e i prinicipi), dalle sue gambe i Vaisia (gli agricoltori, i commercianti e gli artigiani) e dai suoi piedi gli Shudra, i servitori. Insieme alle divinità Vishnu e a Shiva forma la Trimurti, la triade delle divinità supreme che comprende gli dei a cui si deve la creazione del mondo e delle sue creature, appunto Brahma, la preservazione del mondo, Vishnu, e la distruzione del mondo al fine di ricrearlo, Shiva, il tutto in un ciclo eterno senza inizio né fine che si realizza attraverso un susseguirsi incessante di eventi cosmici.

Iconograficamente Brahma è raffigurato vestito di bianco o rosso o rosa, con la barba, simbolo di vecchiaia e sapienza e quattro teste rivolte ai quattro punti cardinali ognuna delle quali recita i Veda e con le quali ammira Sarasvati.

Le sue quattro braccia tengono in mano un rosario fatto con semi del frutto dell’albero di rudraksham (mala), un kamandalu (brocca che nell’iconografia indù accompagna spesso le divinità legate all’ascetismo o all’acqua), i Veda e un fiore di loro (a volte vi è seduto sopra). La vita di Brahma è lunghissima ma non eterna: la sua morte coincide con una “grande dissoluzione” dell’universo. Egli rinasce dal fiore di loto che fuoriesce dall’ombelico di Vishnu disteso in sonno yogico. E tutto ha di nuovo inizio.

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