Parvati è una delle più conosciute e importanti dee della religione induista. La dea è manifestazione benevola della grande dea, Mahadevi.
Sposa di
Siva e madre di
Ganesh e
Skanda, viene quasi sempre rappresentata accompagnata al suo consorte in quanto si completano perfettamente e vicendevolmente.
In lingua sanscrita il significato di
Parvati è montagna:
Parvati significa "
Figlia della montagna" poiché i suoi genitori sono
Himavan -signore delle montagne- e l'apsaras
Menā.
Parvati simboleggia
fertilità, amore, devozione: è una
dea particolarmente venerata dalle donne sposate. Questa dea è simbolo dell'energia creatrice,
Shakti, posseduta da
Shiva. La sua forza sarebbe nulla senza la sua metà, la sua parte maschile, così come
Shiva sarebbe vuoto senza il potere creativo della
Shakti. In letteratura indu,
Parvati assume nomi diversi a seconda dei diversi contesti ed è conosciuta soprattutto come
Durga,
Kali o
Lakshmi, la dea della ricchezza e della prosperità,
Saraswati, la dea della conoscenza e dell’apprendimento. Proprio insieme a
Lakshmi e
Saraswati,
Parvati forma la
Tridevi, la trinità delle dee indù.
La figura della
dea Parvati è rappresentata con due o più braccia che tengono una conchiglia, oppure una corona, uno specchio, un rosario, una campana, un piatto, un attrezzo agricolo, una canna da zucchero o fiori, come il loto.
Parvati è iconograficamente spesso rappresentata da uno
yoni, simbolo dell’utero e della gestazione.
La leggenda narra Sati, la prima moglie di Shiva, mise fine alla sua vita immolandosi: suo padre aveva offeso Shiva e lei, spinta dalla vergogna e arsa dall'indignazione, decide di lasciare questa vita terrena. Lo stesso farà Shiva, dedicandosi a una vita ascetica, rifugiandosi sull'Himalayha. Parvati è la reincarnazione di Sati e come tale è sempre stata determinata nel conquistarlo e sposarlo: la sua grazia estetica non conquista l'addolorato Shiva, che però viene conquistato dalla spiritualità della dea della fertilità, che si è anch'essa dedicata a una vita ascetica sulla montagna.
Un altro racconto mitologico, che si ritrova nel romanzo epico
Kumurasambhavam, narra che il dio dell’amore
Kama decise di aiutare
Parvati scoccando una freccia in direzione del dio che meditava, per colpire la sua attenzione. Distratto dalla meditazione, Shiva aprì il terzo occhio con cui però incenerì all’istante il povero Kama, privando così anche il mondo della forza del desiderio sessuale. Ma con l’intercessione di Parvati, nel frattempo divenuta la nuova moglie di Shiva, ecco resuscitare Kama.
Parvati a una prima lettura superficiale si legge come sposa amorevole e dedita al marito... ma non è solo questo. Non è dipendente dal marito, è una dea orgogliosa e potente, tanto potente da entrare nella trinità delle dee induiste. E' l'altra metà di Shiva, si completano, è simbolo di una forza dirompente, oltre che di amore e fertilità.